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Mag 12, 2023

Arise Africa!

Di Angelo Currò, staff di Porte Aperte in Italia

Mentre scrivo questo articolo è in corso una settimana internazionale di preghiera1, promossa da Porte Aperte in favore di alcune nazioni africane. Preghiera annunciata durante il nostro ultimo convegno nazionale2 e che vede una buona partecipazione di sorelle e fratelli italiani.

Siamo un popolo di preghiera3, quindi crediamo che pregare sia un buon modo per prepararsi al lancio di una nuova campagna pluriennale che vedrà coinvolte tante persone in molte nazioni: ARISE AFRICA4.

Quando si parla di Africa mi pare che ci sia sempre un misto di sentimenti che vanno dal paternalismo al disfattismo5, passando per sensi di colpa6 e per il proverbiale mal d’Africa7.

Si tratta di argomenti dibattuti da decenni, e che spesso hanno dato vita a veri e propri movimenti politici e culturali8. Eppure, mi sembra che ancora ci sia una sorta di alone di confusione e mistero che molto spesso ci impedisce di guardare in maniera corretta, o per lo meno con un po’ più di chiarezza, all’Africa.

Ricordo ancora con molto piacere il corso di Storia dei Paesi africani seguito all’università. L’ho trovato molto utile per decolonizzare la mia mente9, motivo per cui vorrei condividere in queste poche righe alcune considerazioni che spero siano utili per la nostra visione.

Partiamo da alcune considerazioni linguistiche e geografiche:

l’Africa non è una nazione. È un continente. Composto da 54 nazioni. Quindi l’espressione andare in Africa rischia di essere poco chiara. Ricordo che quando ero ragazzo spesso nelle chiese si parlava dell’Africa come terra di missione. Le frasi che circolavano erano di due tipologie: Dio potrebbe indicarti di andare in Africa (nel caso di “chiamate missionarie”), oppure: non è detto che per servire Dio si debba andare in Africa (quando si voleva che le persone restassero a casa loro a condividere l’Evangelo).

La stessa poca chiarezza, spesso, si riscontra anche quando ci riferiamo alla provenienza di alcune persone. Difficilmente saremo poco specifici riferendoci a persone inglesi o francesi10. Eppure, capita di utilizzare il termine africano per indicare individui che provengono da alcune nazioni africane. Alcune, non tutte a dire il vero11.

Altra approssimazione: Il continente africano ha una superficie di 30,37 milioni di kmq, abbastanza da contenere gli Stati Uniti, Cina, India, Giappone, Messico e molte nazioni europee, messe insieme12. Eppure, non sembrava così grande nelle cartine geografiche appese alle pareti delle classi quando frequentavo la scuola.

Il vero problema forse non sono tanto le approssimazioni, quanto la genesi che si cela dietro ad esse. Approssimazioni che, come cristiani, dovremmo correggere e combattere, specialmente se figlie di certe tradizioni razziste13.

Perché dovremmo essere interessati al continente africano?

Stando a modelli e statistiche sulla popolazione mondiale, entro il 2100 l’Africa potrebbe essere il continente con il maggior numero di abitanti14.

È facile comprendere quanti interessi, non soltanto economici, ci siano in gioco15.

Pensiamo al fattore fede: secondo alcuni l’Africa è il continente più religioso al mondo16 e, secondo il Pew Research, delle prime dieci nazioni con il maggior numero di cristiani da qui al 2060, ben 6 saranno africane17 (e nessuna europea).

Questo aspetto dovrebbe farci porre una domanda: si tratta di una sfida per la nostra teologia?

Dal canto mio la risposta è affermativa. Sì, si tratta di una grande sfida alla nostra teologia. E sotto diversi aspetti.

Ad esempio, potremmo essere spinti a guardare oltre il nostro solito panorama teologico di riferimento. Concordo con le parole di Leonardo De Chirico: “Guardarsi intorno è sempre utile per capire le tendenze in corso… Inoltre, è un segno di provincialismo e di pigrizia culturale guardare ad una sola provenienza per trarre ispirazione ed essere negligenti rispetto alla ricchezza della famiglia evangelica globale”18.

Potremmo iniziare a pensare al fatto che anche in Italia sempre più futuri pastori, anziani e responsabili ecclesiali possano essere stranieri. E non mi riferisco ai responsabili di quelle chiese che chiamiamo etniche19. Riusciamo ad immaginare un pastore nigeriano in una chiesa italiana? E in un numero sempre maggiore di chiese?

Magari questi nuovi responsabili potrebbero non avere la nostra preparazione teologica, o non aver studiato presso le nostre facoltà bibliche; potrebbero però aver dovuto combattere strenuamente per la fede molto più di noi o avere una comprensione più ampia della nostra rispetto al tema della persecuzione per motivi religiosi.

Forse per noi è arrivato non solo il tempo di iniziare a rivolgere lo sguardo altrove, ma anche di chiedere a Dio di rivestirci di umiltà per apprendere le lezioni teologiche che provengono dal continente africano.

Sì, la nostra teologia andrà incontro a grandi sfide. Ma non la teologia di Dio, il quale comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano e che sentirà glorificare l’Agnello perché è stato immolato e ha acquistato a Dio, con il Suo sangue, gente di ogni tribù, popolo e nazione.


1 7-14 maggio 2023

2 28-30 aprile 2023

3 Uno dei nostri core value, tutti consultabili da https://www.porteaperteitalia.org/chi-siamo/

4 A breve saranno comunicate maggiori informazioni

5 Ci sarà mai pace per le nazioni africane?

6 Vedasi colonialismo.

7 https://easyzanzibar.com/mal-d-africa/

8 Ad esempio quello della Négritude, https://it.wikipedia.org/wiki/Negritudine

9 Ngugi wa Thiong’o, Decolonizzare la mente, Jaca Book, 2015.

10 Non diremo: un europeo, oppure viene dell’Europa

11 Termine mai sentito per indicare gli abitanti delle Mauritius. Forse perché dimentichiamo che è uno dei 54 Stati africani.

12 https://www.micheleriderelli.com/le-vere-dimensioni-dellafrica/#:~:text=Il%20continente%20africano%20ha%20una,molte%20nazioni%20europee%2C%20messe%20insieme.

13 La Chiesa dovrebbe sempre contrastare il razzismo in ogni sua forma e non perdere la sua memoria storica, fatta anche di errori. Chiesa composta da ciascuna e ciascuno di noi. Forse non è superfluo ricordare il fatto che nella Chiesa descritta in Atti ci sono convertiti “africani”.

14 https://population.un.org/wpp/

15 Ad essere corretti, la nuova corsa all’Africa è già iniziata da tempo e vede coinvolti potenti attori politici ed economici https://www.youtube.com/watch?v=FSOQOafaRPo

16 https://www.huffpost.com/entry/survey-finds-africa-is-mo_n_539704

17 https://www.pewresearch.org/short-reads/2019/04/01/the-countries-with-the-10-largest-christian-populations-and-the-10-largest-muslim-populations/

18 Nell’articolo si fa riferimento all’esempio spagnolo, ma penso che il concetto valga lo stesso
 https://www.locicommunes.it/articoli/predicare-levangelo-oggi-spunti-dalla-spagna?rq=apologetica

19 Fenomeno già in essere all’interno della Chiesa Cattolica Romana, https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/preti-in-italia-sale-leta-media-quasi-uno-su-dieci-e-straniero-480799.html#:~:text=Se%20in%20Italia%20oggi%20prestano,(erano%20630%20nel%202000)