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Feb 19, 2021

Il vangelo in 3D

Parte 2 di 2

Per afferrare il tema del Vangelo in 3D introdotto nell’articolo precedente e affrontare la difficoltà di raggiungere il mondo musulmano con il racconto della salvezza, dobbiamo capirne di più su queste tre risposte principali al peccato nelle culture umane: senso di colpa, vergogna e paura.

Per farlo, non ci resta che sfidare uno sciamano.

==>> Tre anni fa mi trovavo a San Paolo, in Brasile, per una conferenza missionale per leader cristiani di una denominazione in forte espansione in quel paese. Erano poco meno di 1.000 i leader presenti e, al di là delle sessioni dove dovevo insegnare, ebbi l’occasione di ascoltare i resoconti che arrivavano dalle varie attività missionarie di alcuni presenti.

Molte cose mi colpirono ma non dimenticherò mai la testimonianza di un missionario nelle zone forestali più profonde, dedito a diffondere la fede cristiana tra tribù assai poco raggiunte. Con lui c’erano alcuni convertiti da una tribù (di cui ora mi sfugge il nome) con marcate caratteristiche somatiche e visibili tatuaggi sul volto. Nel suo resoconto condivise gli errori commessi nell’avvicinare quella tribù, gli inutili tentativi di approccio con metodi imparati nel suo percorso formativo tanto in chiesa quanto nell’istituto biblico. Preso dall’esasperazione, dopo un lungo periodo di preghiera e digiuno, decise di riunire il suo staff, caricare il loro van con strumenti musicali e dirigersi verso una tribù particolarmente ostile.

Arrivarono a mattina inoltrata, pronti ad attirare la folla con musica cristiana. La folla si riunì, ma con loro apparve lo sciamano del villaggio armato di amuleti e maledizioni per cacciare i disturbatori. Non ricordava bene come ma rammentava esattamente il momento in cui si trovò a lanciare una sorta di sfida allo sciamano: “Invoca pure i tuoi spiriti, essi non possono nulla contro il Dio creatore che vi presento”.

Ebbene lo sciamano spese parecchio tempo a inveire e maledire, invocando antenati, spiriti e divinità, ma non accadde nulla, mentre il pastore rievocava spiegandolo ai presenti il passaggio biblico in cui Elia si prende gioco dei profeti di Baal1.

A questo punto del racconto, il missionario chiese a una persona lì con lui di far sapere come fosse andata a finire la sfida con lo sciamano. La persona in questione, facilmente riconoscibile come un membro di quella tribù, spiegò che la “potenza del Dio creatore che quel leader cristiano presentava convinse tutti i presenti, me compreso”. Già perché quel testimone oculare era proprio lo sciamano del villaggio, che raccontò poi in cosa consisteva la sua vita prima di quell’incontro particolare.

Mi fermo qui, senza entrare nei dettagli del lungo percorso di discepolato richiesto per portare quell’ex sciamano a fare la testimonianza che presenziai quel giorno, ma basti quanto segue: paura e potenza erano le direttive che dominano quella cultura tribale, e il missionario, più o meno consapevolmente, fece appello a quel registro comunicativo per toccare menti e cuori dei presenti.

Paura, potenza e teologia carismatica

Nel XX secolo abbiamo assistito a una diffusione rapida del cristianesimo in vaste regioni meridionali del mondo, dovuta sicuramente a un connubio di fattori di vario genere. E’ innegabile tuttavia che tale diffusione sia avvenuta a braccetto con quella della teologia carismatica.

George2, così come molti altri teologi moderni, si interroga:

L’espressione carismatica del cristianesimo è stata la causa della crescita della Chiesa nell’America Latina e in Africa? Oppure il movimento carismatico è il risultato di una Chiesa che contestualizza il Vangelo in base alla cultura della paura-potenza?”

Il punto è che la teologia carismatica pentecostale enfatizza elementi dottrinali connessi alla paura e alla potenza, cosa che appare andare in sintonia con la cultura dominante: l’approccio pentecostale rende più “udibile” il Vangelo in culture come quella dell’Africa sub-sahariana e del Sud America?

Beh, a grandi linee parrebbe di sì.

E se è così, questo ci offre un grosso argomento di riflessione, poiché l’enorme fetta di umanità che abbraccia le civiltà musulmana, buddista, indiana, fino a quella cinese e giapponese, è più incline ad argomenti connessi alla vergogna e all’onore, piuttosto che al senso di colpa e all’innocenza. Con l’aiuto di Georges, cerco di spiegarmi meglio: “Forse il motivo per cui la presenza del cristianesimo in oriente è limitata è l’assenza di una teologia contestualizzata per la cultura dell’onore-vergogna. La maggior parte delle popolazioni non raggiunte è prevalentemente orientata verso la cultura dell’onore-vergogna. Una teologia per la cultura dell’onore-vergogna può quindi essere fondamentale dal punto di vista missionario per compiere il Grande Mandato di fare discepoli in tutte le nazioni”.

Ecco un esempio sintetico del racconto della salvezza adattato a una cultura della vergogna-onore:

Motivato dalla sua gloria, Dio creò tutto attraverso la sua Parola.
Creò Adamo ed Eva dalla terra, e li mise a governare la creazione conferendo loro onore e gloria. Vivevano sotto il Suo nome, nudi e non se ne vergognavano.
Ma furono sleali; ciò generò vergogna, quindi si nascosero e si coprirono, e Dio li cacciò. Come discendenti, abbiamo ereditato il loro disonore originale.
Dio applicò un piano per ristabilire l’onore dell’uomo: onorare Abraamo con un grande nome, una terra, una nazione e molti figli, rendendolo strumento per benedire tutte le nazioni.
In cambio chiese la lealtà e l’obbedienza di Israele alla Torah.
Ma Israele, come Adamo, si rivolse ad altri dèi, disonorò Dio e finì vergognosamente esiliato.
Gesù, Figlio di Dio pieno di gloria e onore, divenne un umile uomo per salvarci dalla vergogna amando e accettando tutti.
Chi è fedele a Gesù sa che la sua vergogna è coperta e il suo onore ristabilito.
L’appartenenza alla famiglia di Dio non è basata sull’etnia, sulla reputazione o sulla purezza religiosa, ma sulla fedeltà al Messia crocifisso.
Dio offre una condizione di figli puri, degni e onorati in cambio della vecchia condizione di orfani impuri, indegni e inferiori.
Chi segue Gesù sulla croce della vergogna, lo seguirà anche nella gloria della risurrezione.

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2 “Il Vangelo in 3D – Essere discepoli nelle culture del senso di colpa, vergogna e paura”, Jayson Georges, edito da Porte Aperte, 2020.