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Mar 1, 2024

Mandiamo i migliori

Di Angelo Currò, staff di Porte Aperte in Italia

Cercherò di chiarire subito il soggetto centrale dell’articolo.

Tema di confronto, e forse di scontro, tra le chiese e quelle che nel linguaggio comune vengono chiamate missioni è la questione connessa all’invio delle persone. Domande quali: chi mandare? dove? quali requisiti devono avere le persone che vanno? e simili, se non affrontate bene rischiano di dare adito a diatribe lunghe, pericolose e perniciose1.

Va da sé che responsabili di chiesa e responsabili di missioni possano rispondere in maniera diversa, ognuno per parte sua.

Dato per assodato il messaggio da diffondere2 – e tenendo a mente che ogni agenzia3 lo diffonde con mezzi e metodologie differenti4– concentriamoci un attimo sulle persone da coinvolgere nell’opera missionaria5.

Esistono linee guida bibliche che possiamo seguire in merito a questo argomento?

Personalmente ritengo che la risposta sia affermativa. Troviamo esempi nella scrittura, specialmente nel Nuovo Testamento, che sembrano indicarci una strada da seguire anche per questi aspetti.

Penso che i primi brani da esaminare possano essere quelli relativi a Barnaba6, il quale era certamente un importante cristiano della comunità di Gerusalemme7. Una persona che godeva della fiducia degli apostoli, i quali lo mandano inizialmente a verificare quello che stava accadendo nella città di Antiochia. Difficilmente gli apostoli avrebbero mandato qualcuno non idoneo a questo scopo. Inoltre, sino a quel momento, il compito di accertarsi della bontà della diffusione del vangelo era stato appannaggio dei soli apostoli, o di alcuni di loro8.

Per necessità di spazio passiamo ad un altro personaggio biblico, che ricopre più di un ruolo all’interno della comunità cristiana del suo tempo: Timoteo.

Egli è un ministro itinerante, collaboratore di Paolo e pastore. Di lui leggiamo parole di apprezzamento da parte dell’apostolo. Sicuramente la sua vita di fede è stata influenzata da quella di Paolo. Insieme avevano predicato il vangelo, avevano vissuto grandi benedizioni e momenti di difficoltà9. Questa preparazione aveva qualificato Timoteo per il servizio cristiano10.

In entrambi i casi di tratta di persone valide, di persone preparate. Cristiani validi che vengono mandati e, torno al titolo dell’articolo, che vengono condivisi. Poco spazio ai fraintendimenti: non mandati via dalle chiese, ma mandati dalle chiese per lavorare in altri campi.

Molto spesso, invece, anche in maniera del tutto incolpevole e non intenzionale, siamo orientati a tenere per noi i migliori. Parlando con alcuni responsabili di chiesa in Italia capita di incappare nella delicata questione delle crisi vocazionali11; quindi il ragionamento è facile da seguire: abbiamo meno persone disposte al servizio cristiano, quelle valide le teniamo per noi.

E se invece condividessimo queste persone? È vero, ho ancora in mente lo scenario della missione globale, ma cerco di pensare anche alla chiesa locale, o nazionale. Se le comunità inviassero i propri membri migliori lì dove c’è maggiore bisogno?

Potrebbe essere una sfida per la comunità e forse anche una scelta pericolosa. D’altro canto, la Bibbia ci insegna e le nostre vite di fede ce lo ricordano, spesso l’economia di Dio è ben diversa dalla nostra.

Mi piace applicare Malachia 3:1012 e pensare che, mandando e condividendo i nostri migliori elementi, Dio sia in grado di riversare sulle nostre comunità tanta altra benedizione (leggasi tante altre persone) che non vi sia spazio per riporla.


1 Consiglio l’ascolto della prima puntata del podcast di OM Italia, https://open.spotify.com/episode/02Ynm9gVSW0QHtxOM3uE9n?si=750905bdca484aac

2 Quello che è comunemente denominato Grande Mandato, presente con sfumature diverse in tutti i quattro evangeli.

3 Nel senso di agenzia missionaria.

4 Questione comprensibile, dato che la predicazione del messaggio evangelico deve essere adatta e adattata ai differenti contesti. Per una lettura sul tema si consiglia ll vangelo in 3D.

5 Utilizzo volutamente il termine missionaria e non missionale, visto che si fa riferimento alle missioni. Ritengo che gli stessi principi possono essere validi anche per la visione missionale della comunità locale.

6 Atti 11:19-30; Atti 13:1-3.

7 Specialmente se Atti 1:23 e 4:36-37 si riferiscono alla stessa persona

8 Pietro e Giovanni erano stati inviati da Gerusalemme in Samaria per verificare quello che stava avvenendo in quell’area (8:14).

9 I Timoteo 3:10-12.

10 Paolo fa riferimento anche a delle profezie a alla conferma comunitaria, I Timoteo 4:14

11 Fenomeno già da tempo riscontrato in alcune chiese, come quella Cattolica Romana.

12 Sono consapevole che si potrebbe trattare di un’applicazione del testo non molto ortodossa.