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Gen 21, 2022

Scoperta cura per l’estremismo!

Di Cristian Nani

La persecuzione aumenta ancora in termini assoluti. Questo è un dato, inconfutabile, secondo la nostra World Watch List 2022 (scaricabile da QUI). Sale ad oltre 360 milioni (1 su 7) il numero di cristiani nel mondo che sperimentano un alto livello di persecuzione e discriminazione a causa della loro fede.

Come arginare questa radicale intolleranza che tanta sofferenza porta ai nostri fratelli e sorelle? Di fronte ad essa, alcuni possono scoprirsi scettici o disillusi riguardo il nostro compito di sostenere i perseguitati: è umano, ma di sicuro non è divino. Ripeto spesso a chi ci conosce e a me stesso come dietro la storia che l’uomo sta scrivendo, ci sia quella che Dio sta scrivendo, una storia in cui il pubblico spettacolo della crocifissione di Gesù, si trasforma nel pubblico spettacolo della sconfitta del male e della salvezza offerta all’umanità (Col. 2:15).

==>> Ho ripensato a questo leggendo i risultati di una ricerca sull’impatto della testimonianza cristiana in Medio Oriente, dove emerge come la Chiesa sia diventata agente “de-radicalizzante” degli estremisti islamici. Il ricercatore S. Gustafson afferma che i ministeri cristiani in terre arabe hanno avuto successo nell’allontanare militanti islamici dalla violenza, dove invece programmi secolari milionari basati sul ristabilire la sicurezza tramite incarceramenti e approccio psicologico al problema hanno fallito. La ricerca sta attirando l’attenzione di molti esperti di sicurezza per un semplice fatto: molte chiese in Medio Oriente sono cresciute grazie alla conversione di musulmani, tra cui estremisti (terroristi, miliziani e mercenari). Chi segue Porte Aperte sa che parliamo da anni di questo fenomeno. Intervistando leader cristiani in Libano, Siria, Iraq, Giordania, Egitto, così come ex terroristi ora cristiani, Gustafson arriva a una conclusione: le chiese non hanno pensato a “de-radicalizzare gli estremisti”, hanno pensato semplicemente a condividere il Vangelo con chiunque e a costo della loro vita. Così, l’abbandono della violenza e dell’odio da parte di questi uomini e donne estremisti è stato un effetto collaterale, accaduto semplicemente perché la conversione a Gesù cambia le persone. Io credo che altri la chiamerebbero nuova nascita: ma intuisco la sorpresa di esperti di sicurezza non cristiani.

Gli studiosi sono generalmente d’accordo nello spiegare il processo di radicalizzazione di una persona in 3 stadi: 1) una sofferenza percepita che non trova risposta; 2) l’esposizione a una narrazione o ideologia che offre la violenza come soluzione; 3) la persona viene adottata in una rete sociale che dà significato, proposito e senso di appartenenza. La Chiesa, secondo Gustafson, riesce ad annullare ogni parte di questo processo: 1) risponde alle sofferenze reali e percepite, specialmente con le opere caritatevoli che rispondono ai bisogni fisici immediati (di cui i governi non si prendono cura); 2) il Vangelo è il manifesto di Gesù che risponde alla violenza con l’amore; 3) e il corpo di Cristo adotta gli individui nella famiglia di Dio, dando loro una rete sociale intrisa di significato e senso di appartenenza.

Straordinario!

Ma non facciamoci illusioni: per bocca di quegli stessi leader cristiani mediorientali, senza l’aiuto che noi insieme gli abbiamo dato, oggi non potremmo parlare di tutto questo. Sarebbero mancate semplicemente le risorse per le opere caritatevoli, le ragioni per non scappare alla ricerca di un futuro migliore, l’incoraggiamento, la preghiera, l’aiuto materiale, le Bibbie, i corsi, la preparazione e soprattutto la vicinanza, la presenza nel momento del dolore.

Per Sua grazia, risponderemo a questa nuova mappa della persecuzione, con rinnovati soccorso e preghiera affinché la Sua opera avanzi nei luoghi più ostili al Vangelo del mondo!