Skip to main content
Nov 27, 2020

Amazon Prime Spirituality

Ci aspettiamo tutto subito.  

Non vogliamo aspettare più, per nulla al mondo.  

Tutto deve essere immediato. A portata di touch o click ci attendiamo soluzioni, facili, istantanee, persino al Covid.  

E questo oggi entra nella sfera spirituale.  

Noi siamo la società della Amazon Prime Spirituality

Per i cristiani perseguitati (come per la Chiesa primitiva), la pazienza è vitale nel cammino del fedele. Di più: la pazienza è testimonianza cristiana. Come risponderai a un torto, a un insulto, al rigetto, fino alla prigione e alla persecuzione definisce quanto assomiglierai al Cristo.  

Per noi oggi è impensabile: possediamo una sviluppatissima teologia della benedizione e un’insufficiente teologia della sofferenza.

==>> Un amico mi ha fatto notare che nella Chiesa dei primi secoli circolavano 3 trattati principali sulla pazienza e nessuno sull’evangelizzazione1. Il motivo era semplice: i cristiani erano perseguitati, avrebbero dovuto soffrire, non vivevano in paesi liberi, protetti da strutture legislative che garantivano la loro libertà religiosa. I cristiani di allora (come i perseguitati di oggi) non erano in una posizione di potere, erano per lo più alla mercé di forze esterne.  

L’ho ripetuto più volte: la fede della maggior parte di noi è divenuta cristiana in periodo di pace2, di democrazia e di protezione. Istintivamente noi sentiamo di avere il diritto di prosperare in ogni aspetto della nostra vita: salute, lavoro, famiglia, chiesa, tutto. Non ci insegniamo ad essere pazienti, ad aspettare. La nostra cultura premia l’iperattività e l’estroversione. La cultura di chiesa stessa, spesso, enfatizza all’estremo il fare, il proporsi, il produrre risultati o, se preferite, frutti (i famosi frutti), ma senza spazio per la contemplazione. In molte chiese, il silenzio nel momento della preghiera è inaccettabile, è sinonimo di inazione spirituale o, peggio, ingratitudine verso Dio. Eppure lo sappiamo che spesso di fronte a Dio non ci rimane che il silenzio e che esso può essere un eloquente: Signore, “parla poiché il tuo servo ascolta3… finalmente.  

Ovviamente la stessa Chiesa primitiva (così come la perseguitata oggi) faceva molto, ma non agiva da una posizione di potere, di sicurezza o addirittura di vantaggio, quanto piuttosto da una posizione di impotenza, di vulnerabilità e di svantaggio. E questo la obbligava alla pazienza.  

Pazienza è la disposizione a sopportare senza reagire violentemente, il dolore, il male, i disagi, le molestie altrui, le contrarietà della vita in genere4. La pazienza in sé fu sempre concepita come testimonianza di Cristo. La passione del Cristo uomo iniziò quando rilasciò il controllo di tutto ciò che gli accadeva attorno e si consegnò agli altri. Di fronte a tradimenti, insulti, pugni, sputi, frustate, crocifissione, Lui di fatto rimase umanamente inerme, in attesa che si compisse la volontà del Padre. 

Nella Chiesa perseguitata (e primitiva) è cruciale il modo con cui eserciti la pazienza, la tua capacità di sopportare le avversità, ma non di certo (o forse non solo) per capire la tua tempra, quanto piuttosto perché nel pazientare assomigli al Cristo uomo e così testimoni di Lui.  

Ho sentito spesso fare il calzante esempio del Vangelo di Marco, quando una distaccata analisi di Gesù sulla croce ce lo mostra inerme, impotente, appeso al legno come carne da macello… eppure esattamente in quella condizione il centurione di fronte a Lui afferma: “Veramente quest’uomo era il Figlio di Dio”5. Il sacrificio ultimo, fedele e paziente, scuote gli animi. 

Quando siamo pazienti nella sofferenza, noi siamo testimonianza.  

Ben oltre il parlare di Cristo agli altri, nella Chiesa sin dal principio, per testimonianza si intendeva semplicemente il modo in cui ti comportavi… sempre.  

L’apostolo Paolo poi diceva che la pazienza è un anello imprescindibile della catena che porta alla speranza viva6. Ne deduco che l’impazienza ci trascina verso la mancanza di quella speranza, perché la verità è che Dio, nel Suo perfetto amore, attende e si fa attendere.  

E se in Italia le istanze cristiane diventeranno sempre meno accettate, beh, avremo ancor più bisogno di pazienza: in tal caso il modo in cui reagiremo di fronte a ridicolizzazioni, insulti e chissà quale altre opposizioni, testimonierà di Cristo oppure no.  

Semplice.


1 Alan Kreider, “The Patient Ferment of the Early Church: The Improbable Rise of Christianity in the Roman Empire”, edito da Baker Academic (2016)

2 Cristian Nani, “Fango – Vivere una fede pericolosa”, edito Porte Aperte (2019)

3 1 Samuele 3:10

4 Dal dizionario Treccani, la versione completa è: Disposizione d’animo, abituale o attuale, congenita al proprio carattere o effetto di volontà e di autocontrollo, ad accettare e sopportare con tranquillità, moderazione, rassegnazione, senza reagire violentemente, il dolore, il male, i disagi, le molestie altrui, le contrarietà della vita in genere

5 Matteo 15:39

6 Romani 5:3-5