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Feb 4, 2022

Il diritto di ricostruire

Di Angelo C., parte dello staff della base italiana di Porte Aperte/Open Doors

Ho fatto un errore a venire in America. Devo vivere questo difficile periodo della nostra storia nazionale con i cristiani di Germania. Non avrò il diritto di partecipare alla ricostruzione della vita cristiana in Germania dopo la guerra, se non parteciperò alle prove di questo tempo con il mio popolo”.[1] 

Dopo aver meditato a lungo su questo pensiero, Dietrich Bonhoeffer ritornerà in Germania per condividere le sorti del suo popolo e della chiesa tedesca. Ci fu un evento che rese ancora più chiara la decisione da prendere. Dietrich si trovava a Londra nella casa della sorella Sabine. Stava suonando il pianoforte per i nipoti quando un pastore gli comunicò della morte di Paul Schneider[2]. Ecco alcune sue parole, una volta appresa la notizia: “Ascoltate, bambini, questo nome non lo dovete dimenticare: Paul Schneider, è il primo dei nostri martiri”.[3] Pochi giorni dopo, Bonhoeffer saliva sulla nave che lo avrebbe riportato in Germania. 

==>> A primo acchito, leggendo le parole di Bonhoeffer ed estendendo il ragionamento alla persecuzione, verrebbe facile focalizzare il nostro ragionamento esclusivamente sul martirio cristiano. D’altronde, in alcuni casi la persecuzione genera il martirio.  

C’è però uno spunto in più, e totalmente differente, che sarebbe il caso di analizzare insieme: ritornare, o meglio ancora restare, per ricostruire.  

Con i dovuti distinguo tra la situazione tedesca del secolo scorso durante la dittatura nazista e la condizione di alcuni paesi in cui oggi i cristiani sono perseguitati a motivo della propria fede, penso che rimanga valida la questione di fondo: le cristiane e i cristiani sono chiamati a essere agenti edificanti. Concetto ribadito anche durante la nostra conferenza online della rete di volontari Uno con Loro[4]

Essere agenti edificanti è una chiamata, ma è anche un preciso dovere e un grande onore per ciascuno di noi. Ma non è un diritto incondizionato. 

Quando i cristiani mediorientali decidono di rimanere nelle loro città, oppure di ritornare nei loro luoghi di origine, e continuare a testimoniare quotidianamente la loro fede cristiana, hanno il diritto di partecipare alla ricostruzione della vita spirituale della loro nazione. Quando i cristiani nordcoreani ritornano in Corea del Nord per condividere la loro fede in Gesù, hanno il diritto di partecipare alla ricostruzione della vita spirituale della loro nazione. 

Non tutti possono ritornare nelle loro nazioni. “La fuga, scrive Bonhoeffer, per un cristiano in tempo di persecuzione non significa ancora apostasia e infamia; Dio non chiama tutti al martirio. Il peccato non sta nel fuggire, ma nel rinnegare[5]. Coloro che sono stati costretti a fuggire e non possono ritornare, ma che non rinnegano, hanno il diritto a partecipare alla costruzione della vita spirituale del luogo in cui si trovano. 

Anche noi abbiamo questo diritto, nella misura in cui il nostro atteggiamento nei confronti della chiesa nazionale non sia disfattista o sfoci in sterile accusa. Edificare e riedificare presuppongono una certa dose di proattività e saggezza. Alle volte corriamo il rischio di essere simili a coloro che per cambiare una lampadina fulminata sostituiscono tutto l’impianto elettrico in casa. Cristo stesso santifica la Sua Chiesa, per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile[6]. Egli la mette alla prova, la purifica, la sfida e la richiama, ma non l’abbandona, non la sostituisce, non la espone all’infamia. 

Armati di sentimenti di Grazia e di parole redentive ciascuno nel modo, luogo e tempo affidatogli da Dio sia partecipe di quest’opera.  

Lo spunto in più che abbiamo indicato all’inizio diventa, a conclusione di questo articolo, lo spunto con il più. 

Una visione più ampia della Chiesa a cui apparteniamo,  

una visione più ampia della bellezza della Chiesa,  

una visione più ampia del lavoro che svolgiamo. 

In definitiva, una visione più ampia, bella ed estesa del nostro Re! 

“… edificherò la mia chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere” – Matteo 16:18  

La mia chiesa ci sarà e procederà nei secoli, servendo, sacrificando, dando e collegando la gente con Dio e le persone tra loro. 


[1] D. Bonhoeffer, lettera indirizzata a R. Niebuhr contenuta in D. Bonhoeffer, Gli scritti 1928-1944, Brescia, Queriniana, 1979, pp. 638 ss.   

[2] Conosciuto come il predicatore di Buchenwald. Per maggiori informazioni, Paul Schneider, il predicatore di Buchenwald, Torino, Claudiana, 1996. 

[3] Paul Scheider, il predicatore di Buchenwald, pag 12 

[4] https://youtu.be/YTEH9irBxZ8  

[5] Paul Schneider…op. cit., pag 11 

[6] Efesini 5:27