Skip to main content
Feb 5, 2021

Il vangelo in 3D

Parte 1 di 2

Un’intera fetta di mondo contenente ben oltre 3 miliardi di persone fatica ad essere raggiunta dal Vangelo. Perché?  

Avviluppati nella frenesia tipica dell’Occidente e, forse, in uno strisciante complesso di superiorità (culturale, economico, teologico) rispetto al resto del mondo, potremmo schivare una delle più grandi sfide della Chiesa odierna: i non raggiunti oltre cultura e attorno a noi.  

Milioni di membri di popolazioni fino a ieri quasi impermeabili al Vangelo, oggi vivono in Occidente, spinti da guerre, cataclismi e crisi economiche a trovare riparo da noi. Gruppi etnici dal Medio Oriente, dal Nord Africa e dall’Asia si muovono visibilissimi nella nostra società, tuttavia potremmo offrire loro un Vangelo invisibile ai loro occhi o, se preferite, inudibile ai loro orecchi.  

E se stessimo offrendo un Vangelo unidimensionale, quando invece le Scritture chiaramente ce lo consegnano in 3D?

==>> Si possono identificare tre risposte principali al peccato nelle culture umane: senso di colpa, vergogna e paura. Una rapida occhiata al libro della Genesi vi basterà a identificarle tutte. Il peccato genera in Adamo ed Eva una risposta, che ha molto a che vedere con le emozioni morali descritte. 

Il missionario Jayson Georges afferma: “Ogni visione culturale del mondo è una miscela irripetibile di senso di colpa, vergogna e paura. Sebbene ogni cultura sia unica, tutte possiedono alcuni tratti generali che possono essere classificati nei tre tipi culturali1”.

In sostanza afferma che alcune culture enfatizzano e rafforzano maggiormente una risposta emozionale al peccato rispetto all’altra e questo influenza le azioni e lo stile di pensiero delle persone che la compongono.

Con un evidente esercizio di sintesi e semplificazione di una tematica inevitabilmente complessa, possiamo dire che le succitate tre emozioni morali (senso di colpa, vergogna e paura) sono diventate la base di tre tipi di cultura umana:

  1. le culture del senso di colpa e dell’innocenza: sono società individualistiche (principalmente occidentali), dove l’individuo è il centro, in cui le persone che violano le leggi sono colpevoli e cercano giustizia o perdono per sanare un errore commesso;
  2. le culture della vergogna e dell’onore: descrivono società collettivistiche (generalmente orientali, civiltà musulmana, indiana, cinese, buddista e giapponese), dove la comunità o il clan familiare è il centro, in cui le persone, indotte a soddisfare le aspettative del gruppo, cercano di ristabilire il proprio onore davanti alla comunità;
  3. le culture della paura/potenza: si riferiscono ai contesti animistici (solitamente tribali, civiltà africana e latino-americana), dove la comunità e gli antenati sono il centro, in cui le persone impaurite e danneggiate dal male cercano di controllare il mondo spirituale mediante riti (magici).

I tre tipi di cultura elencati influenzano la vita, la visione del mondo, l’etica, le decisioni dei singoli componenti e persino la nozione di salvezza. Si presentano infatti come una sorta di “personalità di gruppo”. Tale personalità è definita dal gruppo nel suo insieme, esattamente come la personalità di una singola persona è definita a livello individuale.

In parole povere, queste culture influenzano il modo in cui leggiamo la Bibbia e in cui raccontiamo la salvezza al mondo.

Il racconto della salvezza nella nostra cultura

Se pensiamo alle culture del mondo biblico e le analizziamo dall’ottica di queste 3 generalizzazioni scaturite dalle suddette 3 risposte al peccato (senso di colpa, vergogna e paura), noteremo che sono principalmente basate sulla vergogna e sulla paura. Onore e potenza sono concetti spesso ripetuti ed enfatizzati nel racconto biblico. Tuttavia la cultura dominante in Occidente e in parte anche in Italia (pur essendo l’Italia peculiare come buona parte del Sud Europa), non è basata su vergogna e paura, quanto piuttosto su senso di colpa e innocenza.

Il cristianesimo occidentale nel presentare la salvezza biblica accentua l’aspetto del “prezzo pagato per il nostro peccato” poiché esso risulta più significativo nel suo contesto culturale. Gli scritti di teologi influenti come Agostino d’Ippona o Martin Lutero trasudano la percezione quasi tangibile dell’ira divina nei confronti dei loro peccati: il Dio misericordioso che perdona e assolve peccatori immeritevoli e colpevoli sono concetti cardine del loro approccio teologico. Ma come riassume bene Georges: “Mentre la teologia dei contesti occidentali affronta il senso di colpa e l’innocenza, le persone nella maggioranza delle culture mondiali desiderano l’onore per coprire la vergogna e la potenza per mitigare la paura”. E aggiungo, ripetendomi: stiamo parlando di qualche miliardo di persone, di cui in milioni sono vicini a noi…

È come se in Occidente stessimo raccontando il Vangelo in un modo che difficilmente arriverà al cuore di culture come quelle musulmane, poiché la salvezza per noi è principalmente una questione di una colpa pagata a caro prezzo da Gesù.

Permettetemi di riassumere il racconto della salvezza che nella nostra cultura tipicamente offriamo a colui a cui parliamo di Dio:

Dio è santo e giusto, sempre.
Crea Adamo ed Eva e loro peccano.
Il peccato separa tutti gli esseri umani dal Dio santo.
Gesù paga al posto nostro, il sacrificio perfetto.
Gesù risuscita e sale in cielo.
Dio edifica la sua chiesa mediante chi confessa e si pente dei propri peccati e crede in Gesù (azione dello Spirito Santo).
Siamo salvati per fede secondo la grazia di Dio e non per i nostri meriti.
Dio giudicherà tutti in modo equo e punirà il peccato.

Questo racconto risuona come familiare alle nostre orecchie perché è in piena sintonia con la cultura in cui siamo inseriti. Tuttavia è UNA “dimensione” del Vangelo o, se preferite, è una versione del racconto della salvezza, mentre le Scritture ce lo presentano in 3 dimensioni.

Ps. Per saperne di più puoi acquistare il nostro ultimo libro “Il Vangelo in 3D”, oltre che attendere la seconda parte di questo articolo.


1 “Il Vangelo in 3D – Essere discepoli nelle culture del senso di colpa, vergogna e paura”, Jayson Georges, edito da Porte Aperte, 2020.