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Apr 29, 2022

Invisibili pilastri della Chiesa

Di Cristian Nani

Marta, Marta tu ti affanni e sei agitata per molte cose…”, sono parole famose di Gesù e del suo incontro con Marta e Maria, mentre era ospitato a casa loro (Luca 10). Innumerevoli sermoni vengono fatti su questo splendido passaggio in cui Gesù mette in luce come l’attitudine di Maria, seduta ai piedi del Signore e protesa all’ascolto, fosse quella giusta da seguire, mentre quella di Marta, intenta nelle faccende domestiche, fosse quella da evitare… sermoni spesso seguiti da dei distinguo o da “bilanciamenti” del messaggio finale, poiché certo Gesù lasciava un chiaro messaggio, ma nelle Scritture c’è di più e al contempo, oso aggiungere, ogni pastore è consapevole che, senza l’attivismo delle Marta, la chiesa potrebbe collassare.

==>> Nella Chiesa primitiva, come in quella perseguitata, Marta e Maria non rappresentavano due vie opposte del discepolo (azione versus contemplazione), ma complementari, come due facce della stessa medaglia. L’azione di Marta e la contemplazione di Maria simboleggiavano e simboleggiano due dinamiche essenziali della vita di ogni discepolo e della Chiesa. È tanto semplice quanto vero. Ecco perché, alla morte dell’amato Lazzaro (Giovanni 11), è Marta ad andare incontro a Gesù mentre Maria stava seduta in casa (vs 20), è sempre Marta a scuoterci con parole di grande fede nel Signore “anche adesso so che tutto quello che chiederai a Dio, Dio te lo darà” (vs 22) ed è a Marta che Gesù consegna la potente rivelazione “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà” (vs 25). E non basta! Gesù la incalza ponendola di fronte al bivio del discepolo, Marta “credi tu questo?” (vs 26), e lei cosa risponde? “Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo” (vs 27). Marta è capace di rispondere così prima di vedere la risurrezione di Lazzaro, mentre per molti attorno a lei la stessa miracolosa risurrezione sarà necessaria per credere, così come ci spiega Gesù stesso (vs 14-15).

Trovo di profonda ispirazione che Dio abbia scelto due donne per insegnarci le due dinamiche essenziali della vita quotidiana del discepolo, l’azione e la contemplazione. Ma entrambi gli eventi raccontati in Luca 10 e Giovanni 11, mi dicono qualcosa in più: la donna è un pilastro della chiesa, della famiglia, dell’umanità. E se questo, per quanto ovvio, persino i cristiani a volte fatichino a capirlo o a darne il giusto valore, il nemico invece ce l’ha ben chiaro, per questo si accanisce contro le nostre sorelle. Il report sulla persecuzione religiosa di genere che ogni anno Porte Aperte pubblica (lo trovate nel nostro sito, sezione Press e Report, titolo “Invisibili”), ci parla di come la violenza contro le donne in terra di persecuzione dei cristiani sia una strategia mirata per ferire mortalmente la Chiesa. Da lungo tempo, con il vostro aiuto, ci prendiamo cura delle nostre sorelle con particolare attenzione ai loro bisogni e, come sempre, la nostra visione è a corto e a lungo raggio, risponde cioè alla necessità immediata delle sorelle, ma anche all’edificazione di una chiesa più solida a lungo termine.

E come scrissi già in passato da queste pagine: a tutte le sorelle, mogli, madri e figlie che leggeranno questo articolo, ricordate che per noi, per la nostra missione e, soprattutto, per Chi conta di più, voi non siete invisibili.