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Gen 22, 2021

L’estetica dell’odio

Hai mai pensato al fatto che l’odio ha una sua… estetica?  

Ed è alquanto evidente che tale estetica sia suadente al punto da conquistarci a volte.  

Il 13 gennaio scorso abbiamo lanciato la World Watch List 2021, la mappa della persecuzione di Porte Aperte, uno strumento di preghiera che, come ogni anno, ti chiediamo di appendere a casa tua e nella tua chiesa, e di far conoscere a più persone possibili1.  

Ancora una volta la persecuzione aumenta in termini assoluti: il Covid si è aggiunto ad essa generando più opportunità di discriminazioni o, se preferisci, di odio nei confronti dei cristiani.  

Eppure non sono mancati i miracoli…

==>> Eppure non sono mancati i miracoli, come quello di cui abbiamo parlato nel nostro podcast Fede Pericolosa2 evocato in preghiera da un leader cristiano nigeriano: il miracolo della non rappresaglia, ossia della non vendetta da parte dei cristiani.   

Più di 340 milioni di cristiani nel mondo, 1 su 8, sperimentano almeno un alto livello di persecuzione e discriminazione: ciò significa che solo un vero e proprio tsunami di perdono ci sta assicurando di non essere travolti da un incendio globale di rappresaglie e vendette.  

Io questo lo chiamo miracolo.   

Sommergere l’odio con il perdono è un esercizio faticosoanche per il fatto che l’odio flirta con il nostro cuore continuamente. Intendo dire che mentre guardiamo all’aumento dell’odio anticristiano nel mondo, dovremmo fare attenzione a come lo stesso odio stia cercando di sedurre i nostri cuori.  

Il fascino o, meglio, l’estetica dell’odio è cambiata in questi anni in Italia e in Occidente, è diventato più alla moda, più appariscente e, al tempo stesso, più generalmente “accettato”. Abbiamo permesso ai toni di alzarsi, alle offese di aumentare e alla schiuma della rabbia di insaporire le nostre bocche in tv, alla radio ma soprattutto in internet e nei social media. Diversi marchi di moda (es. Fred Perry) o di ristorazione (catene di fast food come Wendy’s) o persino cantanti famosi (come Depeche Mode e Taylor Swift) sono diventati, loro malgrado, simboli amati da movimenti violenti e xenofobi3. Ci sono canali Youtube che mescolano ricette di cucina con riflessioni “sull’essere ariani” e sul disprezzare lo straniero; e ci sono canali di streaming musicale dedicati a generi come il “fashwave”, una musica elettronica “fascista”. In barba ai fatti, nei social proliferano teorie campate in aria sulle cose più assurde e moltissimi le condividono: in fondo basta un click, possiamo farlo senza pensare… appunto.  

Scrivono diversi esperti che questi sono “strumenti che hanno dichiarate finalità di proselitismo”4, in altre parole “evangelizzano all’odio”, se mi concedi questa specie di ossimoro. Questo clima mi ricorda un passo biblico che trovi in Proverbi: “Fino a quando i beffardi prenderanno gusto a schernire e gli stolti avranno in odio la scienza?” (1:22).  

I perseguitati in Nigeria e in Corea del Nord (paesi rispettivamente dove più cristiani si uccidono e si perseguitano) e in ogni altra parte del mondo invocano il miracolo della non rappresaglia, chiedono a Dio la forza di perdonare e di non vendicarsi. Naturalmente non escludo che alcuni si vendichino, tuttavia i fatti (di nuovo, i fatti, non le opinioni) ci dicono che la stragrande maggioranza lascia la vendetta nelle mani di Dio… a proposito di fede pericolosa.  

Ma voglio essere il più chiaro possibile: da soli non ce la faranno, hanno estremo bisogno di noi perché è una battaglia durissima, dove si perde la salute, la libertà, la vita, tutto. Da qui, dal nostro Belpaese, io e te possiamo essere più lucidi, poiché la persecuzione ancora ci risparmia, e la nostra lucidità ci può far pregare ed agire con efficacia in loro aiuto.  

E semmai nel futuro l’odio con forza fosse rivolto contro di noi, beh, sapremo a chi chiedere consiglio per imparare a sommergerlo con il perdono, per sviluppare una fede pericolosa.


1 Per maggiori info vedi: https://www.porteaperteitalia.org/world-watch-list/2021/

2 Puntata 10, titolo “Rappresaglie”, in questa stessa piattaforma

3 In particolare negli USA, da suprematisti bianchi di varie specie.

4 “Hate in the Homeland”, scritto da Cynthia Miller-Idriss, sociologa e docente alla American University’s School of Public Affairs.