Questo è un bene
Di Paul Estabrooks, missionario, autore di vari libri, coordinatore del famoso Progetto Perla (1981, un milione di Bibbie in Cina in una notte), storico collaboratore di Porte Aperte, impegnato in svariati fronti tra cui nello sviluppo dei seminari “Resistere nella tempesta” utili a preparare i cristiani perseguitati alla persecuzione.
«Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno» – Romani 8:28
Il re di una tribù aveva un caro amico, con il quale era cresciuto. L’amico aveva l’abitudine di osservare ogni situazione della propria vita (sia positiva che negativa) e della vita degli altri e commentare: “Questo è un bene!”
Basava la sua affermazione su due passi della scrittura: uno che dice che è la volontà di Dio che noi siamo riconoscenti per OGNI circostanza (1 Tessalonicesi 5:18) e Romani 8:28 che ci assicura che Dio può trasformare in bene ogni situazione (bella o brutta che sia). Il re amava la visione positiva del suo amico e lo portava con sé ovunque andasse.
==>> Un giorno il re ed il suo amico stavano facendo una battuta di caccia. Quando il re sparò ad un fagiano che si era sollevato dall’erba alta, ci fu un ritorno di fiamma che gli portò via il pollice della mano destra.
Guardando la mano sanguinante del re, l’amico, come sempre, disse: “Questo è un bene!” Il re si arrabbiò e rispose: “No, questo NON è un bene!” e mandò il suo amico in prigione per la sua insensibilità.
Dopo un anno circa, il re era a caccia da solo in una zona che avrebbe dovuto evitare. I cannibali lo catturarono e lo portarono al loro villaggio. Gli legarono le mani, prepararono la legna e stavano per cucinarlo in un pentolone. Non appena accesero il fuoco, notarono che al re mancava il pollice della mano destra. Essendo molto superstiziosi, i cannibali non mangiano mai persone fisicamente imperfette. Per questo lasciarono andare il re. Mentre camminava verso casa, egli continuava a guardare la sua mano destra senza un pollice. “Questo è un bene!”, esclamò ad alta voce. Si ricordò di quando aveva perso il pollice e provò rimorso per aver trattato male il suo amico. Così andò immediatamente alla prigione per parlare con lui. “Avevi ragione”, disse, “è stato un bene per me perdere il pollice” e raccontò all’amico tutto quello che gli era appena accaduto. “Sono molto dispiaciuto di averti mandato in prigione per tutto questo tempo. Ho fatto male a farlo!”
“No”, il suo amico rispose come sempre, “è stato un bene!”
“Cosa intendi, ‘è stato un bene’? Come può essere stato un bene aver messo un amico in prigione per più di un anno?”
“Beh”, rispose il suo amico, “se io non
fossi stato qui in prigione, sarei stato lì con te!”
Nei nostri seminari di preparazione alla persecuzione raccontiamo questa storia all’inizio delle sessioni e, per il resto del tempo passato insieme, tenere in alto la mano destra con quattro dita (nascondendo il pollice) comunica in modo chiaro il messaggio: QUESTO È UN BENE!