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Set 30, 2022

Siamo giunti, abbiamo visto

Di Angelo Currò, staff di Porte Aperte in Italia 

Tempo addietro scrissi un articolo su opportunità e modalità per incontrare i cristiani perseguitati1. Dopo meno di un anno, mi concedo un bis sul tema.2 

Ci trovavamo all’interno di un locale, in una città nordafricana. L’edificio era tutto bianco, sia dentro sia fuori. Dall’esterno nessun particolare avrebbe potuto fare presagire il suo utilizzo; anche dall’interno a dire il vero. Noi eravamo lì per prendere parte a un corso di preparazione alla persecuzione3. Questo locale anonimo viene regolarmente utilizzato da un gruppo di persone che si incontra per lodare, adorare e pregare Gesù. È una chiesa costruita circa cent’anni fa da italiani.  

Durante un momento di pausa e condivisione, una ragazza quasi del tutto sconosciuta – avevamo avuto modo di parlare con lei brevemente solo durante la cena del giorno precedente – inizia a raccontare qualcosa della sua vita. Ripete il nome, Sarah*, e poi dice di essere nata musulmana all’interno di una famiglia molto devota e rigida. Il padre è un imam. La ragazza, durante la sua adolescenza, inizia a interessarsi alla fede cristiana. Frequenta la sua prima funzione e resta stupita nel constatare che esistano suoi connazionali cristiani.  

==>> Dopo un po’ di tempo Sarah crederà in Gesù, divenendo anch’ella cristiana. Dovrà però mantenere segreta la sua fede. Un giorno il padre, senza volerlo, scopre la Bibbia e la fede della figlia. La rimprovera, la chiama apostata, preferirebbe vederla morta piuttosto che cristiana. Sarah è costretta a scappare di casa. Il padre sparge pettegolezzi sulla moralità della figlia. Lei, nel frattempo, viene accolta da alcuni amici cristiani. Ci saranno altri momenti difficili nella sua vita, ma Sarah troverà sempre qualcuno pronto ad accoglierla. Conclude la sua storia affermando che nonostante tutte le sue traversie non ha mai dormito una sola notte in strada4

Chi è la ragazza della storia? Sarah appunto. Una ragazza vera, anche se qui è presentata con un nome di fantasia. Una ragazza che non ci conosceva e che non conosce neppure la rete di sostegno che si è mossa per aiutarla. 

Lei ora ha un lavoro ed è inserita all’interno di un percorso di discepolato. Può essere autonoma, frequentare la chiesa, crescere nella fede e condividere con altri la sua testimonianza.  

A chi si riferisce il noi del racconto? A un gruppo di giovani viaggiatori italiani che ha incontrato dei ragazzi locali, in una nazione nordafricana5, nella calda estate appena trascorsa, in cui migliaia di voli venivano cancellati e molti bagagli smarriti.  

Ritengo che la breve storia raccontata potrebbe suggerire numerosi spunti riflessivi. E spero che ciascuna lettrice e ciascun lettore trovi i propri. Gradirei soffermarmi su un aspetto in particolare, e che riprende in parte il titolo dell’articolo: abbiamo visto

Cosa abbiamo visto, noi viaggiatori?  

Abbiamo visto da vicino cosa significhi e quanto costi seguire Gesù in determinati contesti. Quasi tutti i cristiani incontrati in questo viaggio sono di origine musulmana e molti di loro vivono ancora in famiglie musulmane, anche se non tutti hanno sperimentato le stesse pressioni di Sarah. E ascoltare i racconti direttamente dai protagonisti è davvero tutta un’altra faccenda.  

Abbiamo visto cosa significhi non lasciare da sole queste persone. I cristiani che abbiamo incontrato sono persone seguite dai nostri partner locali, cristiani di cui ci prendiamo cura. Cura che non si limita alle sole questioni spirituali. Fa sempre un certo effetto vedere i risultati del lavoro svolto da Porte Aperte. 

Abbiamo visto quanto possiamo essere interconnessi all’intero Corpo di Cristo, e non solo grazie ai mezzi tecnologici a nostra disposizione. Le testimonianze che abbiamo ascoltato hanno certamente colpito le nostre vite. Ma sono certo che anche quello che noi italiani abbiamo condiviso con questi fratelli (testimonianze, preghiere e gesti) abbia avuto un peso notevole per le loro di vite. 

Abbiamo visto bei luoghi, bei paesaggi e il Mar Mediterraneo da una sponda diversa.  

Ci sarebbe altro da scrivere su ciò che abbiamo vissuto, ma concludo ricordando che per poter vedere, toccare con mano, bisogna andare. 

*pseudonimi


1 https://www.fedepericolosa.org/dove-possiamo-incontrare-i-cristiani-perseguitati/

2 Le opinioni espresse nell’articolo sono strettamente personali.

3 Corsi tenuti da Porte Aperte per preparare i cristiani perseguitati ad affrontare la persecuzione.

4 Per ragioni di sicurezza la storia è stata riportata in breve, omettendo alcuni particolari.

5 Ringrazio tutte le viaggiatrici e tutti i viaggiatori per il loro importante contributo prima, durante e dopo il viaggio.